Cosa cerchiamo quando guardiamo un'opera d'arte?
M.Heidegger potrebbe dire:' la verità' che non è manifesta ma è un'oscillazione tra ' illuminazione e nel nascondimento, o meglio della loro articolazione unitaria'. (in "Origine dell'opera d'arte'').
Spesso, quando questa circostanza si presenta in un'opera, veniamo avvolti dall'emozione, i nostri sensi reagiscono e ci trasmettono questo evento. La bellezza e il suo contrario, come scriveva K.Rosenkranz ( in 'Estetica del brutto'), possono essere gli strumenti per raggiungere i sensi e la coscienza.
La mostra "PRESENZE", promossa e coordinata da Ermelinda Petruzzella alla Galleria Parentesi, si muove tra questa duplice oscillazione. Due gli artisti invitati: un fotografo Ruggero Ruggeri e un pittore, Federico Bernardi. Nelle fotografie di Ruggeri luoghi abbandonati nel loro uso e ripresi dall'esterno rivelano aspetti e dimensioni imprevisti e metafisici quasi raccontassero della vita che vi è stata. Nella ricerca pittorica di Bernardi, emergono, attraverso atmosfere evaporate, le figure del profondo nella dimensione inconscia analogamente a come possono apparire nei sogni.
L'uno e l'altro aspetto fanno parte di quello spazio sospeso tra sogno e realtà tra visibile e invisibile dove nulla è definito e certo. I contorni e gli spazi, nella loro precarietà e indeterminatezza, ci inducono ad andare al di là e a non fidarci delle certezze del visibile. In tal modo gli autori rimettono in moto, attraverso la forza dell'immagine, né realistica né astratta, le potenzialità latenti nei luoghi della città e nel suo riflesso opposto: lo spazio interiore. Il confronto tra questi opposti, apparentemente lontani, generano interrogativi e domande, sollecitano la nostra coscienza sul senso dell'opera e del suo significato.